A partire dalla crisi energetica degli anni ‘70 è cresciuta sempre più l’attenzione al tema dell’efficienza energetica, fino alla definizione degli NZEB, edifici ad elevata efficienza energetica.
Ogni paese UE ha recepito le Direttive Europee e definito criteri e requisiti per la realizzazione di questi edifici.
Dagli anni ’70 ad oggi si è fatta molta strada con l’obbligo di costruire, dal 2021, solo edifici NZEB (Near Zero Energy Buildings).

Cosa sono gli NZEB
Il termine NZEB viene utilizzato per definire un edificio il cui consumo energetico è quasi pari a zero.
Si tratta di edifici ad elevatissima prestazione che riducono il più possibile i consumi per il loro funzionamento e l’impatto nocivo sull’ambiente.
Questo vuol dire che la domanda energetica per riscaldamento, raffrescamento, ventilazione, produzione di acqua calda sanitaria ed elettricità è davvero molto bassa.

Il termine NZEB è stato utilizzato per la prima volta nel pacchetto di Direttive Europee EPBD (Energy Performance Building Directions), pubblicato otto anni fa. Le Direttive EPBD del 2010 davano indicazioni in merito alle deadlines entro cui tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere NZEB, nello specifico il 2021 per l’edilizia privata e il 2018 per quella pubblica.
Inoltre le direttive lasciano ad ogni stato UE la libertà di individuarequali caratteristiche definiscono tale una costruzione e come la si deve realizzare.
Questa possibilità di caratterizzazione ha permesso di tenere in considerazione tradizioni e specificità locali. Ogni stato membro ha quindi recepito le direttive, emanando una normativa che governasse la materia.

Le Direttive in Italia
In Italia il tema dell’efficienza energetica è stato introdotto dal D.lgs. 192/2005, poi modificato dal D.L. 63/2013, divenuto L. 90/2013 per integrare alcuni aspetti richiesti dalle EPBD che ancora mancavano.
Questa legge tratta, quindi, di efficienza energetica e integrazione nel sito di fonti rinnovabili per la produzione di energia.
Ma è servito un ultimo intervento normativo per un approccio più completo al tema, che ha visto l’entrata in vigore del DM 26 giugno 2015 “Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici”.
Nel decreto sono definite le caratteristiche che un edificio deve rispettare, dei requisiti prestazionali minimi per essere un edificio a energia quasi zero. Parallelamente ai lavori europei e nazionali per la redazione normativa, ci sono stati impegni locali che hanno introdotto standard e protocolli con la massima attenzione nei confronti dell’efficienza energetica.
Esempi italiani sono quello di CasaClima e la certificazione PassivHaus.

Come si costruisce un NZEB
Non esiste una regola comune per la costruzione di un edificio NZEB, ma ci sono alcuni principi e linee guida da rispettare per sviluppare un progetto il più possibile efficiente. In base al contesto ambientale e climatico, il primo passo è sempre quello di ricercare soluzioni passive che minimizzino la domanda energetica e quindi la necessità di intervento degli impianti meccanici.
Per questo motivo è fondamentale studiare aspetti quali la forma, l’orientamento e le strutture dell’edificio, prendendo in considerazione fattori quali l’irraggiamento, i venti prevalenti, le temperature e gli ombreggiamenti.
Il calore dev’essere captato il più possibile in inverno e fermato in estate, è importante garantire un buon livello di ventilazione naturale e di raffrescamento passivo, si deve avere un buon livello d’illuminazione naturale e fare in modo che le dispersioni siano minime, con le giuste caratteristiche di isolamento degli elementi opachi e trasparenti. È chiaro che la casa ad energia quasi zero deve considerare le stagioni: in inverno dovrà sfruttare al massimo il calore del sole, massimizzare l’accumulo e garantire l’isolamento termico. Per assicurare un clima fresco in estate occorre schermare bene l’edificio, studiare la tecnica di isolamento termico più performante e i sistemi di ombreggiamento. Fatto ciò l’energia che rimane necessaria per il funzionamento dell’edificio può essere fornita da fonti rinnovabili. È chiaro, quindi, che un edificio NZEB in un clima molto caldo sarà diverso rispetto ad uno costruito in un clima freddo. Infine, il costante monitoraggio dei consumi e l’introduzione di un sistema domotico permettono di raggiungere livelli di efficienza molto elevati, integrando l’architettura con l’impiantistica e l’ingegneria.

NZEB all’avanguardia in Italia e nel mondo
L’Osservatorio Nazionale degli Edifici a Energia quasi Zero ha lo scopo di monitorare la costruzione degli edifici ad alta prestazione energetica.
Tra gli obiettivi quello di poter fornire agli esperti del settore informazioni utili per la realizzazione di nuovi edifici NZEB in merito a tecnologie, case study e procedure utilizzate. Si stima che ad oggi in Italia ci siano tra i 650 e gli 850 edifici NZEB, per lo più di edilizia residenziale e nelle regioni del Nord Italia.

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Uno studio di architettura giapponese ha realizzato il progetto del nuovo Campus dell’Università Bocconi a Milano. Il progetto, che terminerà nel 2019, è un vero e proprio gioiello in termini di edilizia eco sostenibile: si tratta infatti di una struttura con sistemi di ventilazione e sistemi di illuminazione studiati per sfruttare al massimo i raggi solari, inserimento di pannelli fotovoltaici e un sistema di sfruttamento dell’acqua piovana. Nuovo Campus Bocconi Milano
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Casa passiva di Edmonton - Canada

Global Power Service ha progettato e realizzato edifici NZEB utilizzando le più moderne tecnologie costruttive con strutture in XLAM fuori terra, coibentazioni a cappotto in fibra di legno, impianti radianti con generatori in pompe di calore acqua-acqua ed acqua-aria, impianti geotermici, fotovoltaici e solare termico integrato.
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